Il Gruppo di Studio “Amixi d’u dialettu”

A norma dell’art. 2 dello Statuto Sociale, A Campanassa “promuove ed adotta provvedimenti per la tutela e la costante divulgazione della conoscenza delle patrie memorie (culturali, storiche, letterarie, artistiche e folcloristiche, con particolare cura all’uso, alla difesa ed alla sopravvivenza del dialetto sabazio)”.

Per tutelare e valorizzare l’antica parlata del territorio, è stata istituita un’apposita Sezione, nel cui ambito il prof. Ezio Viglione ha fondato, il 9 gennaio 1999, il Gruppo di studio “Amixi d’u dialettu”, attivo tutt’ora, per curare il costante aggiornamento del vocabolario, della grammatica e della grafia. Le regole della grammatica e della grafia sono state codificate, a cura del Prof. Ezio Viglione, nella “Grammatica del puro vernacolo sabazio”, testo edito nel 2006,  a cura dell’A Campanassa, dopo un trentennio di studi e ricerche compiuti sul campo dall’autore e dai suoi collaboratori. Attualmente i componenti del Gruppo di Studio “Amixi d’u dialettu”, in omaggio al fondatore, mancato nel 2019, proseguono le ricerche sul campo, intervistando parenti, amici e conoscenti che parlino correntemente il nostro dialetto. Seguendo questo metodo, oltre ad incrementare l’insieme dei vocaboli già pubblicata sul sito dell’Associazione, hanno realizzato una corposa raccolta di proverbi e modi di dire, spesso molto coloriti, che rispecchiano la vivacità e la spontaneità della parlata tipica della nostra gente.
Per contattare gli Amixi d’u dialettu è sufficiente telefonare in segreteria A Campanassa il lunedì e il giovedì dalle 16 alle 18 al n.ro 019 821379.
Nadia Belfiore – referente Gruppo di Studio Amixi d’u dialettu.

Il LUNAIO dal 1977 al 2016

LA GRAFIA E LA SUA LETTURA

I testi in dialetto sono trascritti in nella grafia studiata dal Prof. Ezio Viglione per rendere i suoni del linguaggio tipico dell’Etnia Sabazia. Pertanto, estrapolando dalla Grammatica del Puro Vernacolo Sabazio, dello stesso autore, se ne dà qui una chiave minima di lettura.

L’accento acuto Posto sulla E e sulla O, ne indica la particolare intensità ed acutezza: Giaché = giacca; Cumó = canterano.

L’accento grave sulla E ne indica sempre il suono aperto:

  • breve, se seguita dalla doppia consonante: Sètte = sette;
  • lungo, se seguita da una consonante singola: Tèra = terra;  Guèra =

L’accento circonflesso è sempre indicatore di un quasi raddoppio:

  • di lunghezza, se posto su vocali atone:
    Câfàttu
    = calafato (si legge come se fosse scritto Caafattu);
    Gîasù = girasole (si legge come fossa scritto Giiasù);
    Meĵa (mela)  (si legge raddoppiando l’intensità della J)
  • di intensità, se posto sui gruppi consonantici GL, GN e SC: Giĝl̂iu = giglio; biĝl̂ia = biglia

Leĝn̂u = legno (vocabolo il cui digramma GN ha un’intensità quasi doppia di quello di Vegnu = io vengo);

Se ti vegniŝĉi = se tu venissi (in vegniŝĉi il digramma SC ha un’intensità quasi doppia rispetto a

forme quali: Ti fajesci = tu faresti)

Il puntino posto sulla A, sulla E e sulla U, ne muta il suono in  I:

u l’è ȧndètu u̇n pėtìn a cà (leggi: indètu in pitìn a cà) = E’ andato un momento a casa

Il trema (¨) posto sulle vocali A, O, U, ne muta il suono come segue:

  • ä assume il suono di O grave (come nelle parole italiane: Perciò e Canterò):  Mä : male e mare, si legge  mò:    Cruväta: cravatta, si legge cruvòta.
  • ö assume un suono simile a quello della EU francese nella parola  Fleur =  fiore e identico a quello del tedesco König = re; (Cö = cuore; Figiö = figliolo).
  • ü assume il suono della U gallica (come nelle parole francesi: Menu = lista delle vivande e Déluge = diluvio): Casü = mestolo;  Stranüu: starnuto.

 

La cediglia, posta sotto la C, le dà un suono di S sorda, senza stravolgere l’etimologia del vocabolo: Çeĵa = cera, mentre seĵa = sera); Çentu = cento (mentre Sentu = io sento).

La J (i lunga) viene usata come semiconsonante intervocalica semplice (stoja = storia) o doppia (veĵa = vela).

La Z ha sempre suono di S sonora (come nelle parole italiane Rasente e Rosa) sia a inizio che in corpo di parola, sia semplice che doppia: Zgrigua = lucertola; Zgrüzzu = rozzo, villano.

RACCOLTA DI PROVERBI E MODI DI DIRE

Questa raccolta di proverbi e modi di dire in Vernacolo Sabazio è stata effettuata dal gruppo “I Amixi d’u dialettu  –  Ezio Viglione” dell’Associazione A Campanassa OdV di Savona:

Maddalena Rossi, Anna Maria Bozzano, Sergio Roggero, Rosa Fonti, Carlo Astengo, Cesira Buzzoni, Lucialba Manitto, Giuseppina Ferro, Valeria Dalla Bona, Gianna Buzzoni, Nadia Belfiore, Iginio Rossello, Luigi Mariani, Renza Delbuono.
La ricerca è stata svolta nel corso degli anni 2018-2019-2020 sotto la guida del prof. Ezio Viglione, fino alla sua scomparsa (maggio 2019) e con la grande e costante collaborazione dell’attuale presidente Giorgio Mira.
Savona dicembre 2020

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