L’Associazione A Campanassa, con lo scopo di insegnare ai giovani le tradizioni più antiche, ha programmato la realizzazione di un secondo filmato da divulgare alla cittadinanza.

Lo scopo è quello di trasmettere un messaggio alla città per diffondere un momento di festa, di speranza alla normalità, che il periodo di Carnevale impone, seppur con le limitazioni della pandemia in atto.

Diffondere un video che porti nelle case la Maschera di Savona e la simbologia del Carnevale: video realizzato grazie al contributo della Fondazione della Banca di Credito Cooperativo di Pianfei e Rocca de Baldi, con le riprese e il montaggio di Luca Despini, con la presenza del Gruppo del Carnevale dell’Associazione, con la collaborazione del Circolo della Rovere e della Condotta savonese Slow Food.

Un impegno per non cedere all’isolamento imposto da COVID19, rispettando, con giusta prudenza, l’attuale normativa pandemica.

Cicciolin, dopo essere sbarcato in Città, ha voluto portarci un momento di spensieratezza, con le bugie, il dolce del Carnevale.

Tempo di Carnevale, tempo di frittelle. Ricordiamoci della vasta tipologia semantica di questo dolce, diversamente identificato nel nostro Paese, a seconda delle tradizioni.

I dizionari contemporanei registrano questi dolci come tipici ed esclusivi del periodo di Carnevale, ma senza alcun espresso riferimento temporale, dato che dai ricettari risulta semplicemente che siano stati i dolci popolari delle occasioni di festa

L’impasto di farina zucchero, uova, sale ecc. (a seconda delle ricette), tirato a sfoglia sottile, tagliato a “merletto” o arrotolato a strisce, messo a friggere in olio (burro? strutto?), spolverato con zucchero a velo, che cos’è?

È il dolce del Carnevale che a Savona chiamiamo le “Bugie” di Sua Maestà il Re del Carnevale, Cicciolin.

Per quanto riguarda la versione più nota in Liguria (ed in Piemonte), ricordiamo che “bugie” deriva dall’italianizzazione del termine ligure boxie. A sua volta la parola “bugia” (dichiarazione contraria alla verità), ha il suo etimo nell’antico provenzale bauzia, vale a dire inganno.

La grande diffusione di questo dolce e la sua varietà di nomi, di cui ne citiamo alcuni. Gasse (basso Alessandrino), Risòle (Cuneo e sud del Piemonte) oppure Gale (Vercelli, bassa Vercellese, Novarese e Barenghese), mentre in Val d’Aosta sono le Merveilles.

Grostoli o Crostoli (veneto: dal latino crustulum e cioè ciambella, confetto); Galani (nel senso di persona che ha tempo da perdere “cicisbeo”; dal 1579 derivato da gala, di origine spagnola); Frappe (Lazio, Umbria e Marche) e/o Sfrappe (Emilia, nel 1427, dal francese antico, frangia, lembo); Cencio (Toscana, propriamente brandello e ritaglio di stoffa); Crespelle e Sprelle(Italia centrale, dal latino crispus); Chiacchiere (propriamente chiacchiere delle monache): chiacchiere deriva dal fatto che l’origine è da ricercare nell’antica Roma. Secondo gli storici l’origine delle chiacchiere risale all’epoca romana, in quel periodo venivano fatti dei dolcetti a base di uova e farina chiamati frictilia, che venivano fritti nel grasso del maiale, e preparati dalle donne romane per festeggiare i Saturnali (festività che corrisponde al nostro Carnevale), per resistere durante il periodo che nella tradizione cristiana equivale alla Quaresima.

Ma c’è anche un aneddoto che li riporta alla città di Napoli e alla figura della regina Savoia che un giorno, dilungatasi nel chiacchierare, fu colta da un irresistibile appetito, che la spinse a chiedere al cuoco di corte, Raffaele Esposito, di prepararle un dolce, per cui fu scelto proprio il nome di Chiacchiere.

Nel contesto si evidenzia una terminologia negativa per questo dolce tipico che nella convivialità delle feste di carnevale, richiama il significato figurato di “inganno e bugia”; e, da frappare, che significa ingannare, ciarlare, millantare…. “a carnevale ogni scherzo vale”, inganno e maldicenza comprese.

Quel che è certo è che nel tempo le Bugie (Chiacchiere) sono diventate a buon diritto il dolce simbolo del Carnevale, e come tale vengono preparate in tutte le regioni d’Italia e identificate con nomi diversi a seconda delle aree di produzione.

Rimaniamo in attesa di nuovi e diversi interventi legislativi in materia di prevenzione COVID19, con l’auspicio che le eventuali restrizioni siano meno severe delle attuali, onde consentire al Re del Carnevale di poter abbracciare la città, i savonesi nel segno della tradizione e della storia della cultura di Savona.

Menu